L’Italia è uno dei paesi europei in cui si legge meno, questo è risaputo. È anche vero che il 2020, l’anno della pandemia, ha segnato un cambiamento nelle abitudini degli italiani e un conseguente aumento dei libri venduti. Qual è allora la situazione dell’editoria in Italia nel post-pandemia? Il trend positivo si è mantenuto o si è dissolto insieme alle mascherine e al coprifuoco? Che lettori siamo diventati? Consideriamo ancora i libri un bene essenziale come nei mesi del lockdown?
Per rispondere a queste domande ci siamo basati sul Rapporto sullo stato dell’Editoria in Italia 2022, realizzato dall’AIE (Associazione Italiana Editori), che analizza i dati dell’industria editoriale registrati nel 2021 e nei primi sei mesi del 2022.
Buone notizie per gli appassionati di libri
Il dato generale è indubbiamente positivo: l’editoria del post-pandemia ha segnato una forte crescita in tutti i settori. Con un mercato che vale oltre 3,4 miliardi di euro (+10,7% rispetto al 2019), l’industria del libro si conferma la prima industria culturale del nostro paese, quarta a livello europeo dopo Germania, Regno Unito e Francia, e sesta su scala mondiale, con i primi posti occupati da Stati Uniti e Cina.
L’offerta del mercato editoriale italiano è sempre più ampia ed eterogenea. Nel 2021 i titoli in commercio hanno raggiunto quota 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto all’anno precedente, il 2020, in cui per ovvie ragioni si è registrato un calo delle nuove uscite ma un significativo aumento delle vendite, grazie anche al boom dell’e-commerce, che comunque non supera la percentuale delle copie vendute in librerie fisiche (73% contro 43% nel 2021).
I dati del 2022 sono ancora parziali e mostrano una lieve flessione nelle vendite (-1,7% rispetto al 2021, ma +16% rispetto al 2019), dovuta anche all’inflazione e all’aumento dei costi della produzione, in particolare della carta.
Un altro dato interessante che emerge dal report dell’AIE è che l’editoria italiana acquisisce sempre più rilevanza sul mercato internazionale. Si assottiglia, infatti, il divario tra libri importati ed esportati. I dati aggiornati al 2020 ci dicono che a fronte di 9.127 titoli acquistati dall’estero (in riferimento ai diritti di edizione), salgono a 8.586 – mai così tanti – i titoli italiani venduti e tradotti in altri paesi, Spagna e Francia in primis.
Quanto leggiamo noi italiani?
Nonostante i dati incoraggianti che abbiamo citato, va comunque ricordato che nel nostro paese gli indici di lettura continuano a mostrare delle criticità. Si dichiara lettore il 56% degli italiani tra i 15 e i 74 anni. Per avere un termine di confronto: in Francia la percentuale sale all’88% e in Norvegia al 90%. Il mercato italiano è trainato da un piccolo nucleo di lettori forti (sempre più forti), uno zoccolo duro che legge una media di 17 libri all’anno, tre in più del 2020, e compra in media 12,3 libri, due e mezzo in più del 2021. Per quanto riguarda le abitudini di lettura, l’Istat rileva che, nonostante la diffusione degli e-book sia un fenomeno in continua crescita, i libri cartacei vanno ancora per la maggiore.
Ma possiamo tracciare un identikit del lettore italiano? I dati ci dicono che le donne leggono più degli uomini (44,3% contro 35,5% secondo l’Istat) e gli adolescenti più degli adulti. La fascia 11-19 anni si rivela di vitale importanza per il mercato editoriale italiano, come conferma la classifica dei 10 libri più venduti in Italia nel 2022, che vede in cima il bestseller della giovane scrittrice Erin Doom. Un ulteriore dato che va in questa direzione è che cinque dei libri in classifica sono stati resi popolari dal trend “BookTok”, ovvero la tendenza a parlare di libri sul social più popolare tra i giovani in questo momento: TitTok.
Sempre secondo i dati dell’AIE emergono forti disparità territoriali tra Nord e Sud, tra centro e periferia. In questi anni si è cercato di capire da dove derivino le criticità italiane riguardo la lettura e una delle risposte sembra risiedere nella media dei laureati italiani, inferiore a quella di altri paesi europei. Il report Eurostat aggiornato al 2021 attesta che l’Italia, con il 28% di laureati tra i 24 e i 34 anni, è al penultimo posto (soltanto la Romania fa peggio) a fronte di una media europea del 41%. Non sorprende come altre ricerche puntino il dito sulla famiglia: chi nasce e cresce in un ambiente in cui si legge ha molte più probabilità di diventare un lettore abituale.
Tirando le somme, l’editoria italiana sta vivendo un periodo di crescita, favorita forse dall’onda lunga dell’effetto del lockdown. In qualità di lettori appassionati, noi non possiamo che augurarci che la curva continui a salire, ma siamo ben consapevoli che c’è ancora tanto lavoro da fare per scalare le varie classifiche che ci vedono in basso, troppo in basso per un paese che vuole guardare al futuro con ottimismo, consapevolezza e voglia di cambiamento.
Fonti
https://www.istat.it/it/files/2022/02/REPORT_PRODUZIONE_E_LETTURA_LIBRI_2020.pdf
https://plpl.it/dati-sulla-lettura-in-italia-pochi-lettori-ma-forti/
https://www.ilpost.it/2022/12/07/libri-piu-venduti-italia-2022/
https://www.booktobook.it/libri-per-ragazzi/lidentikit-miglior-lettore-italiano/