Tra identità e leggi: la haka di Hana-Rawhiti Maipi-Clarke e il futuro del Trattato di Waitangi in Nuova Zelanda

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Il video della deputata māori Hana-Rawhiti Maipi-Clarke, che strappa un foglio e dà inizio alla haka (nda forma di danza tradizionale māori), ha fatto il giro del mondo, diventando virale anche su Instagram. Sui social dei principali quotidiani italiani, i numeri parlano chiaro: oltre 320.000 visualizzazioni sul profilo de La Stampa e più di un milione su quello del Corriere della Sera. Nei commenti, le opinioni si dividono. Da un lato, molti sostengono il gesto, definendo i māori un popolo fiero che difende la propria cultura con determinazione. Dall’altro, c’è chi esprime perplessità o critica la scelta della haka, ritenendola inadeguata al contesto.

Per molti oltreoceano, questo video si è ridotto all’immagine simbolica di una giovane deputata che esegue la haka. Ma dietro quel gesto si nasconde un acceso dibattito e una profonda spaccatura politica su una proposta di legge già controversa sin dall’inizio. Il Principles of the Treaty of Waitangi Bill – la “Proposta di Legge sui Principi del Trattato di Waitangi” – ha infatti affrontato in modo superficiale un tema cruciale per la Nuova Zelanda: l’identità nazionale. Al centro della disputa, la reinterpretazione del Trattato di Waitangi, il documento fondante del Paese, che ha scatenato divisioni e tensioni nella società neozelandese.

La haka è una forma di danza che possiede un’enorme importanza e spazio all’interno della cultura māori. Ci sono diversi motivi che spingono ad eseguire una haka e uno di questi è la protesta. In questo contesto la deputata Maipi-Clarke ha utilizzato la celebre ‘Ka Mate’ (nda haka eseguita dalla squadra nazionale neozelandese di rugby, gli All Blacks, all’inizio di ogni partita) in segno di protesta contro la Proposta di Legge sui Principi del Trattato di Waitangi.

Il Trattato di Waitangi, il documento che istituì la colonia britannica della Nuova Zelanda, fu firmato nel terreno della Treaty House/Whare Tiriti il 6 febbraio 1840. Sids1 from New Zealand, CC BY 2.0 via Wikimedia Commons.

Te Tiriti o Waitangi – Il trattato di Waitangi e i suoi principi

Il Trattato di Waitangi è considerato la Costituzione della Nuova Zelanda, ma non è esplicitamente inserito nella legislazione del Paese. A rappresentarlo a livello legale sono i suoi principi, poiché il trattato esiste in due versioni con significative differenze: Te Tiriti o Waitangi e The Treaty of Waitangi.  

Questa ricostruzione dell’incontro del 6 febbraio è tratta da un dipinto di Marcus King e raffigura Tāmati Wāka Nene (capo maori della tribù Ngāpuhi) nell’atto di firmare. Archives New Zealand from New Zealand, CC BY-SA 2.0 via Wikimedia Commons. 

La prima, redatta in lingua māori e firmata da oltre 500 capi tribù tra marzo e maggio del 1840, riconosce la tino rangatiratanga—la sovranità del popolo māori—ed è considerata la versione legittima dal diritto internazionale. Come spiegato da Kassie Hartendorp, direttrice dell’organizzazione  ActionStation Aotearoa, ad Al Jazeera, il testo māori contiene il termine kāwanatanga—governance o governo—, che nel contesto storico e linguistico dell’epoca concedeva ai britannici il diritto di organizzare un proprio governo per governare la propria gente, senza però limitare la sovranità della popolazione indigena.

Quando ho contattato ACT, il portavoce per la giustizia del partito ha affermato invece che: 

Te Tiriti non ha mai diviso i neozelandesi tra Pākehā (non-Māori) e Māori. Piuttosto, affermava che la Corona (inglese) ha il diritto di governare tutti i neozelandesi e che tutti gli abitanti della Nuova Zelanda avrebbero mantenuto l’autorità sulla propria terra e sui propri tesori (nda fa riferimento al termine māori taonga, il cui significato si trova nel seguente paragrafo).

Nel 1840, la stragrande maggioranza dei neozelandesi era di etnia Māori, ma nel 2025 siamo una nazione multietnica. Molti neozelandesi rivendicano sia l’eredità Māori che quella Pākehā e ACT non ritiene sostenibile, né auspicabile, tentare di dividere la popolazione in due gruppi.

La versione redatta in inglese invece è stata firmata da 39 capi māori e afferma che i tangata whenua (trad. uomini della terra) ovvero i māori hanno rinunciato alla sovranità “assolutamente e senza riserve” in favore della Corona inglese.

Entrambe le versioni del Trattato riconoscono i diritti e gli interessi dei māori sui taonga—termine che si traduce in tesori ed indica beni di valore, sia materiali, come la terra, sia immateriali, come la lingua māori.  

Il governo neozelandese evita di riconoscere esclusivamente Te Tiriti, poiché ciò comprometterebbe la sua autorità. Nella versione māori, infatti, il potere del governo (kāwanatanga) è subordinato alla sovranità del popolo māori (tino rangatiratanga), creando un equilibrio che limiterebbe il controllo statale.  

I principi del Trattato sono stati definiti nel tempo da storici, avvocati, giudici, esperti legali, funzionari governativi e politici, spesso attraverso le decisioni dei tribunali e del Tribunale di Waitangi. Non esiste un elenco definitivo, poiché i principi vengono stabiliti caso per caso, ma alcuni sono ormai consolidati:

  • Partnership: il trattato ha creato una relazione tra māori e Corona inglese e quindi entrambe le parti devono agire attenendosi al principio di buona fede; 
  • Partecipazione: la Corona darà l’opportunità ai māori di prendere parte ai processi decisionali a tutti i livelli;
  • Protezione: la salvaguardia attiva degli interessi, dei diritti, dei taonga e della rangatiratanga māori (autorità māori) è una priorità del Governo;
  • Kāwanatanga: il diritto della Corona inglese a governare.

I Principi del Trattato non hanno un sostegno unanime. Da un lato, il governo li appoggia perché gli permettono di adempiere ai propri doveri senza dover riconoscere pienamente la sovranità māori, come invece previsto in Te Tiriti. Dall’altro, c’è chi, pur riconoscendone i limiti, li considera un traguardo significativo.  

Una parte della comunità māori, soprattutto tra le generazioni più anziane, pensa che i Principi abbiano contribuito ai progressi nei diritti del popolo māori, in particolare durante la Rinascita—un movimento iniziato negli anni ’50 e culminato tra gli anni ’70 e ’80..

L’opposizione ai Principi del Trattato arriva da due fronti: da un lato, adulti e giovani māori che li considerano un ostacolo all’autogoverno (mana motuhake); dall’altro, esponenti conservatori come David Seymour, leader di ACT.  

Per Seymour, la partnership tra māori e Corona altera i principi costituzionali della Nuova Zelanda. Ritiene infatti che il Paese debba basarsi sull’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzioni tra māori e non māori. Inoltre, sostiene la necessità di superare il modello biculturale e di ridurre l’influenza del Trattato nella governance nazionale.

La proposta di legge sui principi del trattato

David Seymour, leader di ACT. Da Wikimedia Commons

La proposta di legge è stata presentata il 14 novembre 2024 da David Seymour, leader del partito di destra ACT (Associazione dei consumatori e dei contribuenti), che fa parte della coalizione di centro-destra al governo.  

Seymour, di origini māori, sostiene che l’obiettivo del provvedimento sia chiarire in modo definitivo i principi del Trattato di Waitangi. Secondo il testo della proposta, una volta stabiliti, i principi verrebbero sottoposti a un referendum popolare per la loro conferma.

La Proposta cerca di sostituire i numerosi principi scritti nel corso di trent’anni avendo come punto di inizio i tre seguenti: 

  1. il Governo neozelandese ha il diritto di governare su tutti i Neozelandesi. 
  2. il Governo neozelandese riconoscerà a tutti i Neozelandesi la titolarità delle loro terre e proprietà.
  3. tutti i Neozelandesi sono uguali per la legge, con gli stessi diritti e doveri.

Quando ho contattato il partito ACT per approfondire la questione, ho chiesto quale fosse l’obiettivo del disegno di legge e se fosse davvero necessario per la Nuova Zelanda/Aotearoa. In risposta, il portavoce di ACT per la giustizia, Louis Houlbrooke, ha dichiarato:

Negli ultimi decenni, la magistratura e la burocrazia non elette hanno interpretato Te Tiriti in modi che minano i principi della parità di diritti. Questi gruppi hanno stabilito nuovi “principi” di Te Tiriti, che non sono mai stati scritti in Te Tiriti stesso o definiti nella legislazione. Questi principi sono stati utilizzati per giustificare liste di attesa sanitarie basate sulla razza, ammissioni universitarie basate sulla razza e diritti speciali di consultazione per le iwi (tribù māori). 

Il Treaty Principles Bill mira a definire i principi di Te Tiriti attraverso un processo democratico, allineandoli maggiormente al testo originale di Te Tiriti – compreso l’articolo 3, che prometteva che tutti i neozelandesi avrebbero avuto gli stessi diritti e doveri dei sudditi britannici.

Identità

Cartello “Onoralo, non modificarlo” alla protesta di Toitū Te Tiriti a Heretaunga (Hastings) 16 novembre 2024. TheLoyalOrder, CC BY 4.0 da Wikimedia Commons

Michael Belgrave, storico dell’Università di Oxford, ha dichiarato lo scorso anno a The Spinoff che “chiunque conosca questo argomento non se ne uscirebbe con questa politica”, aggiungendo che il partito di Seymour “non ha alcuna comprensione dei 50 anni di dibattito sui principi del Trattato”.

Seymour non è il primo a proporre un disegno di legge di questo tipo. Nel 2005, Rodney Hide, anch’esso membro del partito ACT, presentò il Treaty of Waitangi (Principles) Bill, un progetto simile a quello di Seymour, non solo nel nome ma anche nei contenuti. Il primo articolo di questo disegno di legge affermava che esiste una sola Nuova Zelanda, una sola nazione sovrana, con la Corona che esercita la sovranità a nome sia dei māori che dei non māori. Anche il terzo articolo riprende un concetto simile, dichiarando che tutti i cittadini della Nuova Zelanda hanno gli stessi diritti e doveri, tra cui l’accesso allo stato di diritto, il diritto a un giusto processo, alla libertà di parola, al voto e al principio dell’uguaglianza di fronte alla legge.

Nello stesso anno, il 2005, Winston Peters del partito New Zealand First e māori da parte di padre, ha presentato il disegno di legge Principles of the Treaty of Waitangi Deletion Bill (trad. Principi del disegno di legge sulla cancellazione del Trattato di Waitangi). L’obiettivo di questo disegno di legge era eliminare i principi del Trattato, considerati da Peters come indefiniti e fonte di divisioni.

Gli articoli presentati nei disegni di legge del 2005 e quello più recente del 2024 riflettono la visione dell’identità della Nuova Zelanda oggi da parte di ACT ed espressa tramite Houlbrooke: 

Una concezione biculturale o birazziale dell’identità neozelandese non è più corretta nel 2025, quando molti neozelandesi rivendicano un’eredità mista e nuovi gruppi di immigrati contribuiscono alla nostra identità nazionale. Le politiche che trattano i neozelandesi come membri di un gruppo etnico o di un altro – piuttosto che come individui – servono a creare divisione, risentimento e risultati ingiusti.

Aggiungendo poi: 

ACT è al fianco della stragrande maggioranza dei neozelandesi che vogliono garantire la conservazione della lingua e della cultura Māori, che ogni bambino abbia pari opportunità e che si ponga rimedio agli errori del passato.

 

La perdita della lingua e della cultura Māori a partire dal 1840 rende necessari programmi di educazione linguistica gestiti dalla comunità. La storica sottrazione di terre e risorse senza un’adeguata compensazione va tuttora attraverso il processo di regolamentazione del trattato. Gli scarsi risultati ottenuti dai Māori in quasi tutte le statistiche sociali richiedono un’azione mirata basata su dati concreti e una maggiore devoluzione dei servizi pubblici. 

E concludendo: 

ACT ritiene che queste sfide possano essere affrontate mantenendo il sistema democratico liberale della Nuova Zelanda.

Il dibattito su Te Tiriti o Waitangi è intrinsecamente legato agli eventi storici che lo hanno preceduto, seguito e accompagnato alla sua firma. Esso porta con sé un forte risentimento da parte della comunità māori verso i bianchi che li hanno colonizzati, poiché, nei fatti, ha segnato la perdita delle loro tradizioni, l’assimilazione forzata con i coloni e la riduzione a minoranza nella propria terra. I māori ritengono che le politiche dei bianchi non li abbiano mai sostenuti in ambiti cruciali come l’istruzione, la sanità, la criminalità e l’occupazione, relegandoli ai margini della società. Per questo motivo, non solo chiedono di avere una voce più forte in politica, ma anche di essere loro stessi a prendere decisioni per la propria comunità, basandosi su ciò che ritengono funzioni meglio per loro. Una narrativa simile l’ho incontrata spesso recentemente tra le popolazioni indigene, non solo riguardo alle politiche per la loro sopravvivenza, ma anche per la salvaguardia del pianeta.

Nel caso dei māori, ma in generale per le popolazioni colonizzate, la storia ha lasciato ferite profonde, ancora aperte, che continuano a influenzare il presente e a orientare le scelte per il futuro. La storia ci definisce, ma non esiste una sola versione di essa: ciascuno di noi ha la propria visione, e queste differenze possono generare tensioni. La storia personale, l’identità di ciascuno e quella delle comunità a cui apparteniamo non sono neutre; sono cariche di emotività, di ingiustizie subite e inflitte. 

La domanda che mi pongo, e che rivolgo anche a voi lettori, è: fino a che punto possiamo permettere che la storia e il suo peso influenzino le nostre decisioni future, senza però diventare una fonte di nuove divisioni e conflitti?

Un dato di fatto rimane. Per i Māori essere uguali di fronte alla legge e la co-governance fino ad ora hanno significato una sola cosa: emarginazione.

Fonti

https://www.nytimes.com/2024/11/15/world/asia/new-zealand-parliament-maori-haka.html

https://teara.govt.nz/en/traditional-maori-songs-waiata-tawhito/page-4

https://www.aljazeera.com/news/2024/11/19/why-are-new-zealands-maori-protesting-over-colonial-era-treaty-bill

https://thespinoff.co.nz/atea/03-02-2024/the-principles-of-the-treaty-of-waitangi-explained

Video di Hana-Rawhiti

https://www.instagram.com/reel/DCW8pUciT6w/?igsh=MXdqdnVjYXk3aDhmeg==

https://www.instagram.com/reel/DCZEN40qbBB/?igsh=cmhrYXRzNTNqM3Aw

Principles of the Treaty of Waitangi Bill (documento della proposta di legge)

https://www.legislation.govt.nz/bill/government/2024/0094/latest/whole.html

Principles of the Treaty of Waitangi Deletion Bill – Winston Peters

http://www.nzlii.org/nz/legis/hist_bill/pottowdb20052471445/

https://www.parliament.nz/en/pb/hansard-debates/rhr/document/47HansD_20050608_00001017/principles-of-the-treaty-of-waitangi-deletion-bill-first